W16, svolta tecnica riuscita
- Riccardo Virgili
- 13 ott
- Tempo di lettura: 3 min
Nel weekend del Gran Premio di Singapore, ciò che doveva essere una sfida tra Red Bull e McLaren si è trasformato in un’affermazione tecnica e strategica per Mercedes. Il team di Brackley ha colto una vittoria significativa, valorizzando un pacchetto tecnico in crescita, confermato dalla prestazione solida di George Russell sia in qualifica che in gara. Pur non modificando radicalmente il bilancio stagionale, la vittoria assume un peso specifico importante nella corsa al secondo posto nel campionato costruttori, obiettivo dichiarato della scuderia tedesca.

Uno degli aspetti tecnici centrali che ha accompagnato l’evoluzione della W16 riguarda la relazione tra performance e condizioni ambientali, in particolare le temperature. La gestione termica, soprattutto delle gomme posteriori, è stata un punto debole in diverse fasi della stagione. Come ha spiegato Andrew Shovlin, la squadra ha lavorato in modo mirato sulla fase di trazione, cercando di migliorare il comportamento della vettura in uscita curva e la coerenza dell’erogazione, per ridurre lo stress termico sugli pneumatici. Nonostante i dati sembrino suggerire una correlazione negativa con alte temperature, la realtà è più complessa: fattori come la durata della fase di rotazione e il tempo di permanenza degli pneumatici sotto stress influiscono in modo significativo sulla gestione del calore.
Il tracciato di Marina Bay, con le sue curve lente e tratti ad alta trazione, ha rappresentato una configurazione ideale per esaltare le caratteristiche della W16. La vettura si è dimostrata efficace soprattutto nelle curve brevi, dove il tempo di rotazione è ridotto e la possibilità di accumulo termico nei pneumatici è inferiore. Questo ha permesso a Mercedes di limitare il degrado e ottimizzare le performance nel passo gara. Al contrario, McLaren ha incontrato difficoltà nell’utilizzo della gomma soft, con una perdita di precisione nella fase centrale della curva. L’aderenza anteriore ridotta ha portato a una perdita del vantaggio tradizionale della MCL39 nella fase di inserimento, ritardando il ritorno in trazione.

Un elemento determinante per il salto prestazionale è stato l’aggiornamento dell’ala anteriore, introdotta con l’obiettivo di aumentare il carico sull’avantreno e correggere il sottosterzo. La modifica ha migliorato l’equilibrio meccanico e aerodinamico della vettura, rendendola più reattiva in ingresso curva e meno dipendente dalle correzioni con il posteriore. Il risultato è stato un miglioramento sia nella precisione di guida sia nella conservazione termica delle gomme, con ricadute positive su stabilità e trazione.
Parallelamente, il team ha introdotto modifiche nell’area del raffreddamento, con particolare attenzione all’isolamento termico tra freni e pneumatici. Il lavoro svolto sui cestelli freno ha permesso di ridurre la trasmissione di calore verso le spalle delle gomme posteriori, uno dei fattori principali di degrado. Inoltre, durante le prove libere del venerdì, Mercedes ha testato due configurazioni di raffreddamento della power unit. Il confronto, nonostante un’uscita di pista di Russell in FP2, è stato reso possibile dai long run completati da Andrea Kimi Antonelli, che ha valutato la configurazione più chiusa del cofano motore. I dati raccolti sono stati fondamentali per indirizzare la scelta verso una soluzione più efficiente dal punto di vista aerodinamico, senza compromettere la stabilità termica della vettura.
Il risultato complessivo è il frutto di un’evoluzione organica e multilivello. Non si tratta di un singolo aggiornamento risolutivo, ma di un insieme coerente di interventi su aerodinamica, termica e dinamica del veicolo, che insieme hanno restituito alla W16 la capacità di lottare nelle posizioni di vertice. Singapore ha rappresentato un punto di svolta, non solo per il risultato sportivo, ma per la validazione di un percorso tecnico che potrebbe rivelarsi decisivo nella parte finale del campionato.




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