La RB21 ora è la migliro macchina?
- Riccardo Virgili
- 22 set
- Tempo di lettura: 3 min
Due vittorie, due circuiti da basso carico, e una conferma importante: Red Bull ha ritrovato consistenza tecnica. Il successo di Max Verstappen al GP di Baku, come quello precedente a Monza, non è stato un exploit isolato, ma il risultato diretto di un lavoro tecnico meticoloso e mirato. Al di là della semplice configurazione aerodinamica scarica, c’è un filo conduttore preciso che ha permesso alla RB21 di tornare competitiva, anche senza una superiorità schiacciante. Tuttavia, ciò non significa che Verstappen sia improvvisamente rientrato nella lotta per il titolo mondiale: i limiti strutturali del pacchetto restano, ma sono stati brillantemente aggirati in condizioni favorevoli.

Il primo fattore determinante è la capacità del team di mettere insieme un setup perfettamente bilanciato. La RB21, pur non essendo la più dominante in assoluto, ha mostrato una velocità notevole in rettilineo senza compromettere eccessivamente il grip nei tratti più lenti. Il lavoro svolto tra venerdì e sabato sull’asse anteriore, per aumentare la temperatura sulle gomme, è stato decisivo. Su un tracciato complesso come quello di Baku, dove trovare aderenza è sempre una sfida, questa messa a punto ha rappresentato la chiave per la competitività.
Non è un caso che, a differenza della McLaren MCL39 – che fatica maggiormente quando è costretta a sacrificare carico aerodinamico – la Red Bull abbia mantenuto un buon equilibrio anche scaricando le ali. Il compromesso è stato gestito meglio, e ciò ha reso la RB21 una monoposto efficace in condizioni tecniche che solitamente ne penalizzavano la prestazione.
Verstappen, dal canto suo, ha contribuito in modo determinante. In qualifica è stato chirurgico, sfruttando al massimo le modifiche al setup per attivare l’avantreno e mantenere le gomme nella finestra ideale di temperatura. È un elemento fondamentale su piste come Baku, dove la fiducia nei primi giri è cruciale. In gara, ha costruito il successo grazie a una gestione impeccabile degli pneumatici. Con la mescola hard nel primo stint, il degrado è stato praticamente nullo, e anche nella parte finale, con la media, l’usura è rimasta sotto controllo.
Al contrario, piloti come Piastri e Leclerc – alle prese con problemi simili – hanno commesso errori proprio nei momenti decisivi del sabato. Max ha capitalizzato tutto: strategia, assetto e consistenza.

Altro fattore da non trascurare è la temperatura dell’asfalto. Durante il weekend di gara, le condizioni ambientali si sono rivelate favorevoli per la RB21. Le medie di 25°C hanno premiato le vetture capaci di generare naturalmente più energia sulle gomme, migliorando la fase di attivazione. Red Bull è riuscita a lavorare in modo simile alla Ferrari dal punto di vista della costruzione del giro, ma in gara ha mostrato una gestione termica degli pneumatici più vicina a quella della Mercedes.
È questa combinazione – una lettura intelligente delle condizioni, un assetto ben mirato, l’ottima gestione delle mescole e l’efficacia di Verstappen – che ha reso possibile un rendimento costante e competitivo tra Monza e Baku. Non si tratta quindi solo di carico aerodinamico, ma di una somma di fattori ben orchestrata.
Red Bull ha sfruttato due fine settimana tecnicamente favorevoli per tornare a vincere. Non è una rivoluzione, né una garanzia per il prosieguo del mondiale, ma è un segnale chiaro: quando il compromesso tecnico è azzeccato e Verstappen è in forma, il team di Milton Keynes è ancora perfettamente in grado di dominare. La RB21 ha mostrato una crescita tangibile in aree che avevano rappresentato limiti nei mesi precedenti. Se il trend verrà confermato anche su piste più esigenti dal punto di vista del carico e della gestione gomme, Red Bull potrebbe tornare ad avere un ruolo centrale anche nella fase finale della stagione.




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